giovedì 1 giugno 2017

Bettina e il Taranto che verrà. Forse.

Le “regina” Elisabetta è uscita da palazzo ed ha squarciato le tenebre. E’ rientrata in campo in modo autoritario. A gamba tesa su tutti gli argomenti. In pratica ha confermato che non è cambiato nulla (non avevamo dubbi, non ne abbiamo mai avuti). Sul ponte di comando ci sarà sempre e soltanto lei. Affiancata da due ineffabili. Tonio Bongiovanni e Aldo Roselli.  Ha “archiviato”  la pratica retrocessione definendola molto “semplicisticamente” una parentesi. Beata lei (gulp!). Bettina, come la definiscono i più intimi, ha scaricato tutte le responsabilità degli insuccessi, della scorsa stagione, su personaggi (non ha fatto nomi) definiti “traditori” e “truffatori”. Personaggi ai quali, lei e Bongiovanni, avevano simbolicamente consegnato le chiavi della loro “casa”. Dimentica Bettina che quella casa, il Taranto, non è di loro proprietà, è della città. Della comunità. Dei tifosi. Loro sono semplici gestori. Che sono venuti meno a tutti gli obblighi morali e sportivi. Nei programmi, nelle aspettative, nell’immagine. Nei risultati. Dimentica la “regina” Elisabetta, nel suo interloquire, che il club gli è stato regalato, dalla Fondazione Taras, che rappresenta (ovvero “dovrebbe” rappresentare) gli sportivi ionici, al costo simbolico di un euro. 
Bettina ha fatto anche chiarezza su Luigi Volume e sul suo ruolo. Sarà il nuovo direttore sportivo. Non è stata delicata nei suoi confronti. Viene alla luce (ha dichiarato) che si è proposto lui, ci era stata raccontata in maniera diversa (evidente che si è fatto sponsorizzare, come è evidente lo zampino di Troccoli e Donofrio). E’ stato scelto, ha detto sempre Bettina, perché conosce l’ambiente (trascurando meriti e preparazione). Questa gliela poteva evitare. Volume ha presentato Roberto Damaschi (si sapeva). Il tutto contrasta però con quanto da sempre sostenuto dallo stesso Luigi Volume. Non avrebbe mai accettato di lavorare in quanto portatore di uno sponsor. Abbiamo (s)consigliato (non solo io) il giovane Luigi. Non ha inteso ascoltare. Ognuno rimane arbitro unico della propria vita. Ha scelto un percorso lastricato di difficoltà. Non potrà mai dire di non essere stato avvisato. Le prime notifiche/avvisaglie trasversali (impari) arrivano dalle esternazioni della sua presidente.
Bettina ha subito relegato Roberto Damaschi a ruolo di secondo piano.  Non sarà, contrariamente a quanto dallo stesso sbandierato ai quattro venti, il responsabile dell’area tecnica. Non è stato siglato nessun accordo di partnership (si vedrà, si potrà…). Non è necessario fare alcuna presentazione. Lo avevamo pronosticato. I precedenti di Damaschi, nel calcio, certificano la sua contenuta partecipazione economica alle attività del Perugia, del Bastia, del Torgiano e del Subasio. Tutte parentesi conclusesi nel volgere di brevi periodi. Il tentativo di portare il Foligno a (ri)disputare il derby con il Perugia non gli dette i risultati desiderati. A Damaschi piace parlare di terzini, mediani ed attaccanti. In Umbria questo suo “muoversi” in direzione Taranto viene interpretato come gesto di rivalsa verso un ambiente che non lo ha mai gratificato più di tanto.
Sull’arrivo di Cozza in riva allo Ionio, per allenare il Taranto, si nutrono alcuni leciti dubbi (Bettina lo lascia intendere). Anche sulla girandola di nomi di giocatori che in questo periodo agitano l’interesse di taluni media e la curiosità (lecita) dei tifosi. Passata la fase più acuta della delusione, causata dalla squallida retrocessione e dal modo in cui si è concretizzata, si cerca di dare in pasto alla città la solita “minestrina” riscaldata. Bettina, sorretta da Bongiovanni e Roselli lavora per una D di vertice (ha dichiarato lei). Incuranti (la triade) di ascoltare la voce della piazza che chiede concretezza e trasparenza nei programmi.
Tutto verte intorno alla disponibilità economica. I soldi (le sold’, dicono a Taranto). Ci vuole 1 milione di euro. I nomi, in questi giorni sventolati (con troppa facilità), di tecnici e giocatori, viaggiano su cifre che vanno ben oltre i 27 mila (euro) previsti dai massimali della categoria. Facendo il raffronto con il braccino corto e con l’andazzo dello scorso  anno appare tutto di improbabile realizzo. Assai improbabile.
Dopo l’intervista di Bettina, il “popolo” dei tifosi (non solo) rimane scettico. La delusione continua. La voglia di diserzione non indietreggia. Bettina rimane però la “regina” del Taranto.  Dichiara, imperterrita, che i ritardi accumulati lo scorso anno non dovranno ripetersi. E’ sorretta dai suoi fedelissimi (Bongiovanni e Roselli) scudieri. Noi, viste le esperienze precedenti, non crediamo alle promesse di marinaio, ma saremo felici di essere smentiti. Ci siamo da tempo seduti ad aspettare. Passano in tanti. L’estate è lunga e la danza dei nani e delle ballerine sta solo iniziando.

Vittorio Galigani

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